Questo regime alimentare nasce in Grecia, a opera dei medici della scuola ippocratica, secondo cui per mantenersi in salute era necessario l’equilibrio fra i 4 umori, che il cibo era in grado di ristabilire.

I nostri antenati facevano uso di questo regime alimentare e lo dimostrano gli scavi archeologici fatti nei pressi delle botteghe dell’antica Pompei.

Cosa succederebbe se con una macchina del tempo potessimo trascorrere un giorno in un mercato di questa città all'epoca dell’impero romano?

Sicuramente potremmo vedere schiavi e massaie che contrattano il prezzo del cibo, quello stesso che oggi vediamo sulle nostre tavole.

L’impostazione dell’alimentazione era già tenuta molto in considerazione nell'antichità come si evince in molti libri di gastronomia (antichi) che sono giunti ai nostri tempi.

A dire il vero c’erano anche molte stranezze alimentari nei famosi banchetti degli imperatori o dei senatori dell’antico impero, tra questi spuntano per bizzarria l’uso di carni esotiche (la giraffa) e carni pregiate come lo struzzo e il pavone.

Il cibo di uso comune era anche usato per le offerte alle divinità in segno di rispetto o per chiedere intercessioni, un po’ come facciamo noi cattolici quando entrando in una chiesa offriamo un cero votivo ai nostri santi.

Queste abitudini sono rimaste radicate e mantenute attraverso i secoli, prima dalla miseria che ha caratterizzato tutto il Medio Evo, quando il popolo era obbligato ad integrare con prodotti della terra e verdure di raccolta la scarna dieta a sua disposizione e, successivamente, dalla tradizione contadina meridionale, che ha tesaurizzato le povere risorse alimentari con una saggia distribuzione dei suoi componenti.

Questa dieta, intesa come stile di vita, è incentrata sull'alimentazione a base di amidi (pane e pasta), cibi vegetali, integrata dall'uso di olio di oliva, con qualche variazione verso pesce e carne.

In effetti il pranzo che ancora oggi consumiamo sulle nostre tavole ricalca questo tipo di alimentazione, con la differenza, non poco aggravante, che un qualsiasi pranzo moderno era considerato, negli anni passati, il pranzo “della festa”, con alimenti mangiati solo in via eccezionale.

La dieta mediterranea prevede proprio questo: alimentazione quotidiana a base di pane, pasta, legumi, olio di oliva, verdure con poco formaggio, frutta e vino. Una volta a settimana a tavola erano permessi i cibi “di lusso”, ricchi di grassi: salumi, pesce, carni, dolci. Il tutto integrato da un sana e diffusa attività fisica, che oggi è sempre più ridotta.

La riscoperta della dieta mediterranea è quindi importante per noi perché offre un ulteriore sviluppo delle attività tradizionali del nostro territorio.

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