Regina indiscussa della cucina italiana, la pasta è certamente il cibo storicamente più presente sulla tavola della Dieta Mediterranea, non solo per il gusto, ma anche per la salute.

È un alimento energetico leggero, se condito nel modo giusto, facilmente digeribile, fonte di energia di pronto impiego.

Come tutti gli alimenti che contengono amidi, regala un buon senso di sazietà e se abbinata ai legumi, rappresenta una fonte di nutrimento completa, in cui le proteine dei legumi insieme a quelle della pasta, arrivano a un valore biologico pari a quello di un alimento di origine animale, senza pesare sul avoro di reni e fegato, con il vantaggio di apportare un minor quantitativo di grassi.

Recenti studi scientifici, condotti da importanti università italiane e americane, hanno dimostrato che chi segue regolarmente una dieta mediterranea, in cui la pasta ha un ruolo centrale, riduce il rischio di contrarre l’Alzheimer rispetto a chi non mangia questo alimento. Questo prezioso alimento contiene anche vitamine del gruppo B, in particolare B1 (o tiamina), indispensabile per il corretto funzionamento del sistema nervoso. 

La pasta contiene, inoltre, fibre, sostanze preziose e di aiuto contro le malattie cardiovascolari e anche contro i tumori, a maggior ragione se questo piatto viene condito con il pomodoro cotto, ricco di licopene, sostanza antiossidante e principe nella prevenzione dei tumori.

La pasta è nata nel Mediterraneo e ha un ruolo centrale nella dieta mediterranea. Non fu Marco Polo a portarla in Italia in seguito al suo viaggio in Cina. I tipici spaghetti italiani, quelli di grano duro, erano prodotti in Sicilia già due secoli prima che Marco Polo facesse rientro dalla Cina.

La pasta risale, infatti, alle antiche civiltà Etrusche. I nostri antenati facevano la pasta macinando diversi tipi di cereali e aggiungendo acqua: la cottura trasformava poi l’impasto in un alimento gustoso e nutriente. 

Cicerone e Orazio, 100 anni prima di Cristo, erano ghiotti di làgana, una schiacciata di farina, senza lievito, cotta in acqua; la forma plurale indica strisce di pasta sottile fatte di farina e acqua, da cui derivano le nostre lasagne. Ma fu Apicio a lasciarci la prima vera documentazione sull’esistenza di un composto assai simile alla nostra pasta; nel suo “De re coquinaria libri”, infatti, descrive un timballo racchiuso entro làgana.

Oggi, ci sono infiniti modi per gustare la pasta. Infinite sono le volte che siamo disposti a mangiarla. Perché alla pasta non si dice mai NO. Anche dopo un lauto pasto davanti alla proposta di assaggiare due spaghetti aglio, olio e peperoncino, o due cucchiai di pasta e fagioli con le cozze, cediamo alla tentazione di tuffare le nostre posate nel piatto e gustare ancora una volta la regina indiscussa delle  tavole italiane. 

Prova la nostra ricetta: spaghetti aglio e olio speciali.

Ovviamente, per non restare delusi e per assaporare tutta la bontà degli infiniti piatti che si possono preparare con la pasta, la materia prima che dobbiamo utilizzare deve essere di ottima qualità. Deve avere un aspetto esterno omogeneo, senza tagli, fessure o bolle d’aria. La sezione di frattura della pasta deve essere vitrea e il colore giallo paglierino. Alla cottura deve avere una consistenza soda ed elastica al contempo, con una buona tenuta di cottura, tale da garantirle uniformità e assenza di collosità.

Le garanzie di sicurezza per un prodotto non sono mai troppe, ed anche se la pasta di semola di grano duro è un prodotto frutto della combinazione di pochi e semplici ingredienti (acqua e semola di grano duro), vi è una certificazione che fa la vera differenza tra le paste in commercio: la certificazione IGP, certificazione di Indicazione Geografica Protetta.

La pasta di Gragnano IGP è l’unica pasta di semola di grano duro in commercio insignita di questa certificazione, ed è la sola pasta utilizzata da Chefmania per realizzare le ricette proposte.

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